Mentre i bambini crescono, è essenziale non solo insegnare loro le buone […]
Nell’età pediatrica possono manifestarsi tutta una serie di malocclusioni dentali: questo termine si usa per indicare un allineamento scorretto dei denti.
Possono esserci diversi tipi di malocclusioni dentali: alcune sono genetiche, altre causate da fattori esterni (ad esempio dall’abuso di ciuccio, biberon o dalla suzione del pollice); la grande differenza nel trattamento di queste malocclusioni nell’età pediatrica rispetto a quella adulta è che - nei bambini - il trattamento tende ad essere molto meno invasivo in quanto le ossa si devono ancora sviluppare completamente ed è più facile intervenire per correggerne la forma.
Quali sono le malocclusioni dentali più tipiche nell’infanzia? E come possono essere risolte? Lo chiediamo alla dottoressa Aleksandra Kovalenko, dottoressa in Odontoiatria e Protesi Dentaria con specializzazione in Ortodonzia che opera dal 2012 nei nostri studi.
Questa condizione, sia in età adulta che in età pediatrica, viene diagnosticata dal dentista.
Durante una visita il paziente viene sottoposto a un esame dettagliato del cavo orale con una revisione di tutte le strutture che conformano i tessuti molli e duri dell’apparato stomatognatico e dell’articolazione temporo-mandibolare.
In questo modo è possibile capire di che malocclusione di tratta (ve ne sono diversi tipi) e, in base a questo, individuare il trattamento corretto per ogni paziente.
Prima di tutto è importante ricordare che le malocclusioni dentali non sono un fenomeno solo tipico dell’infanzia; ci sono tantissimi adulti con malocclusioni dentali.
Ciò che succede è che questi problemi ortodontici di solito fanno la loro comparsa in tenera età quando è anche più facile correggerli: più vengono trascurati più è impegnativo (in termini di interventi necessari) trattare il problema nell’adolescenza o, peggio ancora, in età adulta.
Si tratta di un’alterazione dentale che comporta l’impossibilità di chiudere i denti anteriori; questo significa che, quando a un bimbo viene chiesto di serrare i denti, quelli davanti non si toccano fra loro ma rimane uno spazio aperto nel mezzo.
Le sue cause possono essere ossee (la crescita dell'osso mascellare non è avvenuta correttamente) oppure può essere causato dall’uso prolungato di ciuccio o dalla suzione del dito.
Il morso aperto ha conseguenze negative a livello estetico ma, soprattutto, funzionale: i bimbi che ne sono affetti non sono in grado di realizzare le funzioni masticatorie o fonetiche basiche in modo corretto.
In alcuni casi per correggere il morso aperto è sufficiente un trattamento di ortodonzia (mettere quindi l’apparecchio ai denti); nei casi più gravi però prima dell’ortodonzia è necessario realizzare un intervento di chirurgia ortognatica.
Il morso incrociato anteriore (chiamato anche morso inverso) è piuttosto comune: chi ne soffre ha i denti superiori che, serrando la mascella, si vanno a posizionare dietro a quelli inferiori.
Questa malocclusione si verifica quando vi è una relazione non corretta tra le ossa mascellari (osso mascellare superiore e mandibola) oppure un incastro dei denti che non avviene in maniera adeguata.
Il morso incrociato posteriore, invece, interessa i denti laterali.
Di solito i bimbi che presentano il morso incrociato hanno un palato stretto e profondo e presentano problemi a mordere dato che i denti non ricevono la giusta forza per realizzare il morso adeguatamente: questo disturbo può portare anche a danneggiare i denti e le gengive.
Talvolta il morso crociato può presentarsi a un solo lato della bocca: in questo caso la crescita della mandibola può avvenire in maniera sbagliata causando asimmetria nel volto o dolore.
Le cause del morso incrociato possono essere genetiche o determinate da abitudini sbagliate (abuso di ciuccio, biberon, succhiare il pollice durante l’infanzia): se questa malocclusione viene diagnosticata nei bambini è possibile correggerla con l’utilizzo dell’apparecchio.
Anche questa è un’alterazione piuttosto comune: è il risultato di una discordanza fra la dimensione dell’osso mascellare (in lunghezza) e la dimensione complessiva occupata dai denti ospitati.
Ciò significa che i denti non hanno abbastanza spazio per potersi disporre in maniera corretta; quindi alcuni di loro si posizioneranno più avanti o più indietro.
L’affollamento dentale non ha solo conseguenze estetiche: la cattiva disposizione dei denti rende molto più complesse le manovre per l’igiene orale, con un aumento del rischio di carie e parodontite.
Questa alterazione può anche portare a problemi di linguaggio o masticazione, ma anche bruxismo e mal di schiena.
Per risolvere l’affollamento dentale si ricorre a un trattamento di ortodonzia ma - se neanche allargando le ossa si riesce ad ottenere lo spazio necessario affinché i denti si possano allineare correttamente - può essere necessario procedere con l’estrazione di alcuni denti; questa eventualità però è decisamente rara se si interviene durante l’infanzia, mentre è molto più probabile in età adulta.
In questo caso siamo davanti a un’alterazione a causa della quale la mandibola occupa una posizione più arretrata del normale; inoltre è più piccola e l’osso mascellare superiore si trova in una posizione più avanzata rispetto all’inferiore.
Come risultato i denti inferiori e superiori davanti non si toccano quando si serra la mascella.
Di solito il retrognatismo ha origine genetica anche se può essere causato da un abuso del ciuccio durante l’infanzia, o dalla pratica di succhiare il dito.
I bimbi con la seconda Classe possono presentare alterazioni funzionali della fonazione, deglutizione e della masticazione ma anche dolore al volto e apnea del sonno; inoltre, crescendo, potrebbero avere problemi di autostima legati alle conseguenze estetiche del retrognatismo.
Nei casi più lievi - soprattutto se diagnosticati nella prima infanzia - per correggere il sovramorso può bastare un trattamento di ortodonzia funzionale; talvolta però l’utilizzo dell’apparecchio deve essere accompagnato da un intervento di chirurgia ortognatica.
In questo caso i denti superiori coprono quelli inferiori; talvolta il problema è così severo che gli incisivi inferiori si appoggiano sul palato (da qui il nome “morso profondo”).
Questa malocclusione può dare luogo a tutta una serie di problemi: difficoltà nella masticazione, problemi funzionali, bruxismo e predisposizione alla parodontite per l’impossibilità di praticare un’igiene orale corretta.
Come la maggior parte dei problemi ortodontici, le cause possono essere ossee, dentarie o dovute a cattive abitudini.
Anche in questi casi si ricorre all’uso dell’apparecchio che di solito basta, se il problema viene diagnosticato nell’infanzia; altrimenti è necessario intervenire anche chirurgicamente.
In genere sì ma ci tengo a ripetere che per poter ripristinare la funzionalità della bocca e la sua estetica è necessario iniziare il trattamento non appena il problema si presenta; di solito questo accade in età pediatrica.
Nei bambini è molto più facile intervenire perché le ossa non sono ancora completamente sviluppate: attraverso un trattamento di ortodonzia possiamo quindi “dare forma” alle ossa in modo da eliminare il problema (a volte - dipendendo dalla malocclusione - è anche possibile usare l’apparecchio invisibile).
Negli adulti la procedura è molto più impegnativa ed invasiva: le ossa si sono sviluppate completamente e solo l’apparecchio non basta per poter ripristinare la funzionalità della bocca; per questo di solito si ricorre anche alla chirurgia che talvolta - nei casi più gravi - è comunque necessaria anche nei bambini.
Prima di tutto è necessario ridurre al minimo se non eliminare totalmente l’uso del ciuccio (soprattutto dopo i due anni di età) e la suzione del pollice; può essere molto difficile privare un bambino di un gesto che lo fa sentire al sicuro e tranquillo, ma è davvero importante per la salute della sua bocca (la suzione del seno, invece, non causa malocclusioni dentali e può quindi proseguire fin quando la mamma e il bambino lo desiderano).
Altre volte, purtroppo, non è possibile prevenire le malocclusioni: quando sono causate da problemi genetici, ossei o dentali è impossibile prevedere la loro comparsa o evitare che si manifestino; quello che possiamo fare - però - è un’attenta opera di prevenzione.
Anche in questa occasione le visite di controllo dal dentista si rivelano fondamentali, già dalla primissima infanzia: talvolta le malocclusioni vengono diagnosticate dal dentista durante visite di routine, senza che il bambino o i genitori si siano resi conto che c’è qualcosa che non va.
Quanto prima viene diagnosticata una malocclusione, più alte saranno le possibilità di intervenire con successo e in modo poco invasivo per ripristinare la funzionalità della bocca.
Nei nostri studi di vimercate, bollate e desio sono sempre presenti dentisti pediatrici specializzati che sanno come mettere a proprio agio i piccoli pazienti in modo tale che la visita dal dentista sia un’esperienza serena; se necessario, è anche possibile ricorrere alla sedazione cosciente con protossido d’azoto.
Chi volesse portare il proprio bimbo a una prima visita di controllo può farlo chiamando i nostri studi o compilando il form da questa pagina: la prima visita è sempre senza impegno!
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