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Abbiamo già parlato delle tecniche di rigenerazione ossea più comuni che danno la possibilità anche a chi soffre di gravi deficit ossei di potersi sottoporre a un intervento di implantologia e, più in generale, di ottenere una riabilitazione delle arcate dentarie mediante protesi fisse.
Se, in passato, la mancanza di osso poteva rendere impossibile il caricamento di un impianto, oggi - grazie alle nuove tecniche e all’attuale tecnologia in campo odontoiatrico - l’atrofia ossea non rappresenta più un ostacolo per coloro che hanno bisogno di riabilitare la propria bocca con soluzioni fisse (è il caso, per esempio, degli impianti zigomatici).
Una tecnica di riabilitazione che può essere applicata pressoché sempre, anche quando l’atrofia ossea è molto grave e le altre tecniche non hanno avuto successo, sono gli impianti sottoperiostei, o griglie sottoperiostee.
Intervistiamo il dottor Colombo Luigi, dottore in Odontoiatria e Protesi Dentaria che si occupa di Chirurgia e Implantoprotesi negli studi Brush, per saperne di più riguardo a questa tecnica.
Si tratta di impianti che vengono utilizzati quando non è possibile inserire un impianto tradizionale osteointegrato poiché la quantità dell’osso mascellare o mandibolare è del tutto insufficiente per sostenere questo tipo di impianto oppure perché le altre tecniche di rigenerazione ossea non hanno funzionato.
In questi casi si ricorre agli impianti sottoperiostei che sono costituiti da griglie in titanio sulle quali vengono montate le arcate dentarie fisse.
Tendenzialmente sì, non ci sono particolari situazioni o patologie che impediscono l’applicazione di questa tecnica.
Da una parte per il materiale di cui sono fatte le griglie, il titanio: è un metallo altamente biocompatibile e senza praticamente rischi di allergia per il paziente; dall’altra perché le griglie sono del tutto personalizzate, vengono infatti realizzate partendo dallo stampo dell’osso residuo del paziente.
Per questi motivi le griglie sottoperiostee sono l’ideale anche nel caso di pazienti con totale mancanza di denti, benché si possano utilizzare senza problemi quando i denti da rimpiazzare sono pochi.
Dopo aver messo una griglia sottoperiostea è subito possibile caricare una protesi dentale provvisoria: questo perché la griglia non ha bisogno di osteointegrarsi (come un tradizionale impianto), non viene fatti inserita all’interno dell’osso ma è semplicemente appoggiata all’osso sotto al periostio, ovvero la membrana che riveste il tessuto osseo.
Siccome non è necessario che l’impianto si integri con l’osso, spariscono i tempi d’attesa richiesti per il caricamento di una protesi con l’implantologia tradizionale.
La griglia viene fissata all’osso attraverso speciali viti chiamate viti osteosintesi, in grado di osteointegrarsi con l’osso alle quali vengono avvitate.
Quando si decide di procedere con un intervento di questo tipo si devono seguire alcuni passaggi:
Si tratta di una tecnica più invasiva rispetto a un tradizionale impianto ma la sua percentuale di successo è molto alta ed è davvero applicabile nella quasi totale maggioranza dei casi che richiedono un impianto dentale in presenza di gravi deficit ossei.
Viene consigliata in quei casi nei quali le altre tecniche di rigenerazione ossea non hanno funzionato o non sono applicabili.
Bisogna recarsi dal dentista in modo tale che vengano valutate le condizioni di partenza del paziente attraverso una TAC tridimensionale delle arcate dentarie che consente di avere una visione molto dettagliata della condizione e spessore dell’osso residuo e della sua qualità.
Negli studi Brush di Vimercate, Bollate e Desio abbiamo la possibilità di eseguire la TAC direttamente in sede in modo tale da valutare la situazione in modo immediato.
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