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Quando pensiamo a “l’apparecchio per i denti” (ovvero ai trattamenti di ortodonzia) di solito pensiamo ai bambini o agli adolescenti: è infatti vero che la maggior parte dei problemi che interessano i denti e la mascella si presentano già in tenera età e quindi spesso si riesce a intervenire (con maggior facilità) durante la prima infanzia o la giovinezza.
Questo non significa però che gli adulti non possano o non debbano mettere l’apparecchio ai denti! Alcune problematiche possono insorgere dopo l’infanzia oppure si tratta di situazioni che nei primi anni di vita sono state trascurate ma alle quali è comunque possibile (anzi, consigliabile) porre rimedio anche in età adulta.
La grande differenza fra l’ortodonzia nell’infanzia e quella nell’età adulta è che - di solito - per gli adulti si parla di trattamenti più “complessi”: la bocca è infatti già completamente formata e sviluppata, inoltre, in alcuni casi, possono mancare uno o più denti oppure il paziente si è sottoposto in precedenza a trattamenti di ricostruzione dentale.
Un’altra differenza da non trascurare è che gli adulti rispetto ai bambini sono molto più preoccupati delle conseguenze estetiche di un’ortodonzia: questo fattore può incidere molto sulla decisione di mettere o meno l’apparecchio ai denti, sebbene ce ne sia reale bisogno.
Proprio per ovviare a questo problema che rischia di mettere a repentaglio la salute dei denti di tante persone, agli adulti - quando possibile - viene consigliata l’ortodonzia invisibile; per scoprire cos’è e come funziona intervistiamo la dottoressa Aleksandra Kovalenko, dottoressa in Odontoiatria e Protesi Dentaria con specializzazione in Ortodonzia che opera dal 2012 nei nostri studi.
È un trattamento di ortodonzia:: il suo scopo, quindi, è quello di raddrizzare ed allineare i denti.
La grossa differenza con i tradizionali apparecchi per i denti è che l’apparecchio invisibile funziona attraverso una serie di mascherine (chiamate aligner) completamente trasparenti e rimovibili.
Ciò non significa solo che il paziente può (anzi, deve!) togliere l’aligner prima dei pasti e rimetterlo subito dopo - fattore che permette di mantenere più pulite le mascherine - ma anche che l’apparecchio passa del tutto inosservato anche quando si sorride e si parla.
Il suo funzionamento è molto semplice: gli aligner vengono progettati su misura per ogni singolo paziente che usa questo trattamento; viene presa l’impronta dentale del paziente e, inoltre,vengono scattate delle fotografie della sua dentatura.
Una volta pronte le mascherine vanno indossate tutto il giorno e tutta la notte, bisogna toglierle solo per mangiare e per lavarsi i denti.
Ogni 7/14 giorni, a seconda dei casi, l’aligner si cambia e questo succederà fino alla fine del periodo di trattamento: durante questo periodo i denti si muovono in modo regolare fino a raggiungere la posizione finale desiderata.
No, due settimane (o una settimana, dipende dai casi) è la frequenza con la quale vanno sostituite le mascherine che vengono date al paziente; ci sono comunque dei controlli periodici con l’ortodonzista a cui bisogna necessariamente recarsi per controllare che il trattamento proceda per il meglio, di solito ogni 6-8 settimane.
Dipende dal problema che ha portato il paziente a necessitare l’ortodonzia: la durata del trattamento varia, in genere, dai 9 ai 18 mesi.
Grazie a un software brevettato con una tecnologia in grado di elaborare in anteprima tutto il percorso di riallineamento dei denti tramite un modello virtuale 3D, in questo modo il paziente può rendersi conto di tutti i movimenti che - settimana dopo settimana - realizzeranno i suoi denti e ha un’idea precisa del risultato finale.
Le mascherine sono completamente trasparenti; ai denti del paziente vengono fissati degli attacchi (“attachments”), ovvero degli spessori in composito: la loro funzione principale è quella di fare in modo che le mascherine si “ancorino” saldamente ai denti per effettuare i movimenti più complessi.
Anche questi attacchi sono in materiale trasparente; hanno però un leggero spessore, quindi un occhio attento potrebbe percepire la loro presenza sui denti di chi li porta: questo però non deve scoraggiare, perché si tratta di elementi davvero piccoli.
La mascherina invece, come abbiamo già detto, è del tutto trasparente.
Assolutamente si, ma solo nei casi dove il piccolo paziente non presenta un problema scheletrico che necessita di apparecchiature ortopediche. In tal caso il trattamento potrebbe essere combinato. La presenza dei denti da latte non è un problema per il trattamento, perché la sequenza di mascherine viene progettata appositamente per “crescere” insieme al paziente.
Questo trattamento è in grado di correggere la maggior parte dei problemi di allineamento e malocclusione e in alcuni casi ci riesce anche meglio dell’apparecchio fisso. Tuttavia ci sono delle situazioni specifiche in cui il suo uso non è possibile e bisogna quindi ricorrere all’ortodonzia classica.
Per saperlo è necessario recarsi da un ortodonzista e sottoporsi a una visita di controllo per determinarlo; chi lo desidera quindi può prendere un appuntamento senza impegno nei nostri studi di Vimercate, Bollate o Desio per comprendere se ha bisogno di un trattamento di ortodonzia e se l’apparecchio invisibile può essere una soluzione alla sua esigenza.
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